17498905_1861318320748117_1670360901150994818_n.jpg

I MILLE VOLTI DEL VISUAL: Stefano Reolon

Stefano, ti ringrazio per la tua disponibilità a questa chiacchierata.
Intanto diciamo che, tecnicamente, non sei un VISUAL... ma, a mio avviso, sei molto di più: scenografo, artista, pittore, formatore...
Noi ci siamo conosciuti quando ho avuto il piacere di partecipare (come allievo) ad un paio di tuoi corsi su scenografia, storia del teatro, disegno di moda...e mi ha impressionato la tua fantasia, la tua creatività e la capacità (rara) di far appassionare le persone a qualcosa per loro sconosciuto fino al giorno prima !!                                                                                                 

Ma perchè non ci racconti tu chi è il "ragioniere" STEFANO REOLON ?
AH ah  hahh...riesci sempre a essere intelligente e divertente al tempo stesso. Nessuno mi chiede del ragioniere. Vedono bene di schivare la cosa.  Dunque: come per  molti, in quegli anni veniva prima e in maniera molto forte l'idea e il bisogno di avere un lavoro dopo le scuole superiori. C'erano pochi indirizzi e io, onestamente, non pensavo per niente all'artistico. Alle medie, educazione artistica mi risultava parecchio noiosa e non ricordo il voto finale ma non credo fosse proprio "shining". Per assurdo, quando sono arrivato in Accademia di Belle Arti a Venezia, il prof di scenografia mi disse: "ti sei salvato a non fare l'artistico". Credo intendesse dire che  ero totalmente libero nel mio gesto creativo, che rimaneva intoccato e pieno di voglia di ricerca. Il rischio purtroppo è che la scuola a volte riesce a costruire percorsi molto "impaginati" per come è strutturata.
 
- Quindi tu sei entrato di prepotenza nel mondo della moda e del costume: era una passione che covavi o è stata invece una scoperta?
Tutto una scoperta, tutto. Ragioneria mi aveva assorbito completamente. 
Per riuscire a finire ero totalmente concentrato sullo studio. A parte italiano non c'era una materia che mi piacesse. 
Non ero uno che si era guardato in giro. Non esisteva internet e poche informazioni sulle scuole. A metà del quarto anno vado in crisi, voglio ritirarmi e passare all'artistico ma giustamente i miei mi hanno consigliato di finire ed arrivare alla maturità. Esame di ammissione all'Accademia: tutte le materie perchè non esisteva niente di più "lontano" di ragioneria dal mondo delle Belle Arti. Passo ed accedo ai quattro anni di scenografia. Quindi mi sono trovato dentro a mondi, e di mondi si tratta, completamente nuovi:  scenografia, la storia della moda e del  costume, scenotecnica, regia. Mi hanno affascinato via via tantissimo. Anche l'approccio degli studenti e dei professori era una cosa che non avevo mai visto. Presente "Saranno Famosi"? Sulla scia. La fascinazione per certi argomenti è nata lì perchè l'ho incontrata lì, ma si è poi potenziata negli anni ed anche trasformata. Perchè anche da certi "dogmi" incontrati in Accademia, mi sono dovuto liberare.
Scenografo televisivo
Ho lavorato a Rai Uno, come scenografo e assistente scenografo di Gaetano Castelli. Esperienza non lunghissima in ordine di anni ma intensissima con tantissimi lavori prodotti e seguiti. Erano gli anni ruggenti della televisione italiana e si macinava un programma dietro l’altro. Non era ancora arrivato il digitale come lo vediamo oggi, totalizzante, e anche la scenografia aveva un ruolo importante nel buon esito di un programma. Oggi, la scenografia è praticamente risolta con delle tapezzerie di pixel che diventano veri e propri schermi sul quale proiettare qualunque cosa. Praticamente viene pensata come una parete-schermo di appoggio a conduttore, ospiti e pubblico. Al tempo invece la scenografia doveva avere un’ idea precisaed essere in linea e sottolineare il contenuto del programma.
Costumista
Ho lavorato anche come costumista e come assistente privato per la costumista M.Letizia Amadei soprattutto presso l’Arena di Verona.
Esperienza magnifica dove ho potuto imparare moltissimo sul costume e dove forse si è rinforzato il mio amore per tutto ciò che riguarda il corpo e la sua relazione con l’abito costume. Sulla scia di questo filone ho potuto presentare in tempi recenti un progetto di costume per un importantissimo variety parigino di cui non posso dire il nome, essendo rimasto tutto a livello ufficioso, anche se il progetto era ormai compiuto a livello grafico. Purtroppo è rimasto solo un progetto che tengo nel cassetto: pronto però ad essere utilizzato qualora se ne presentasse l’occasione. E comunque ogni costume progettato ne chiama altri 10 (minimo) da creare!  E’ così: l’appetito vien mangiando, si diceva un tempo.  La creatività si nutre di sé stessa e degli imput e degli stimoli con cui noi la nutriamo. E’ questo il lato straordinario della progettazione.
 
- Ci puoi raccontare la tua esperienza di formatore: soddisfazioni, difficoltà e qualche aneddoto che ricordi con piacere?
Io ho la fortuna di essere anche Docente di Moda, e di Storia dell'Arte alle scuole superiori. 
Sono 5 anni che insegno, quindi sono allenato a "stimolare il mio pubblico", e a "sentire" costantemente se sto perdendo l'attenzione di chi ho davanti. Detto questo, come tu m'insegni Mario, quello che il pubblico si aspetta è come per tutti, il contenuto. Devi avere contenuto, che vuol dire: un sacco di stimoli, credibili e concreti. ll tuo interlocutore deve capire e sentire che sai di cosa parli e se gli racconti un'idea nuova su come realizzare una vetrina o una piccola scenografia, per esempio, deve capire che la sapresti fare tu per primo, fin nei minimi dettagli. Devi sapergli suggerire anche se usare chiodi o viti. Deve sentire che di te si può fidare.
Ma soprattutto credo che la cosa più emozionante sia quando sento che sono riuscito a passare l'energia, la fiducia nell'altro in sè stesso: stimolare la sua creatività e fargli sentire che creare, pensare creativamente, è divertente, è pieno di calore. Fa sentire felici. 
Per esemplificare: la creatività è come un'automobile. Se la lasci ferma non ti porta da nessuna parte. Non vedi nessun nuovo paesaggio.
Allora al mio studente prima ricordo che dentro di sè ha questa macchina, è innato nell'uomo, poi gli faccio vedere io cosa vedo in continuazione girando con la mia di macchina.  Gli faccio venir voglia.  Gli ricordo quello che è un desiderio sostanziale dell'uomo, in qualsiasi forma egli lo esprima. Poi gli regalo benzina: racconti, visioni, progetti che ho realizzato, modi in cui ho realizzato le mie visioni/creazioni.
Però la sua macchina è ferma da tempo: allora bisogna spingere all'inizio, ma via via la macchina ricorda chi è e qual'è la sua natura, e comincia a spostarsi. Spesso, vedo le persone far ripartire il motore alla grande. E si sentono vivi, entusiasti. Perchè attraverso l'atto creativo, forse più che attraverso altre azioni, l'essere umano si percepisce.
Mi entusiasma quando percepisco che sono riuscito a passare  ai miei "studenti" (di tutte le età), una "forma-mentis"  su come farsi venire delle idee. Quando  il tuo "pubblico" comincia a proporre soluzioni, prima con piccoli tentativi, poi via via con proposte sempre più chiare ed originali, vuol dire che hanno afferrato questo "sistema", che hanno capito il meccanismo e cominciano a "giocare" utilizzandolo: cominciano a creare autonomamente.
Gli aneddoti sono tanti, non ne ricordo uno in particolare. Ricordo i volti, gli incontri, le chiaccherate alla macchinetta del caffè. Ma mi emoziona ogni volta. Ogni persona è solo quella persona, che ti racconta di sè, di cosa ha ancora in serbo nel suo cassetto da anni. O le poche serate di lezione che si trasformano in amicizie che sembrano durare da sempre, come quelle passate con te al corso di storia della scenografia e di figurino di moda. Ed eccoci qua!
 
- E magari ci vuoi svelare "cosa vuoi fare da grande" visto che non stai mai fermo??
Ahhh... pensa che ho dovuto imparare a non pensare a cose nuove. Non troppe. C'era da stare male. Abbiamo tutti impegni e giornate da 24 ore. Purtroppo. Detto questo, in questi giorni torna fuori una cosa che porto dentro (tra le altre) da anni. 
Calcola Mario che io ho lavorato per 30 anni, disegni, progetti abbozzati, schizzi, ed ho mostrato gran poco se non ultimamente.
Mi piacerebbe ora che col digitale i prezzi sembrano sostenibili, provare a creare dei book, pieni di lavori miei. Veri e propri libri da vendere ad un prezzo abbordabile con dentro il mio mondo: dalle pitture ai disegni, ai progetti a tema fashion, a lavori che abbiano come centralità il corpo umano. Forse il vero grande centro di tanta mia ricerca.

STEFANO REOLON
MAIL                stefanoreolon17@gmail.com
YOUTUBE      https://youtu.be/ZXQafE_ZIA4
                       https://youtu.be/WRXB0Bg5zDU
                       https://youtu.be/o6FY2YAHRsA